Cos’è il diritto all’oblio?
Il diritto all’oblio è il diritto di ogni individuo a non vedere eternamente associati al proprio nome fatti o informazioni che, pur essendo stati veritieri in passato, oggi non sono più rilevanti, pertinenti o aggiornati. È una forma di tutela della privacy e della reputazione, particolarmente importante nel contesto di internet, dove i contenuti possono rimanere accessibili per un tempo indefinito.
Il diritto all’oblio nasce da un delicato bilanciamento tra due interessi contrapposti:
- Il diritto dell’individuo alla riservatezza e alla reintegrazione sociale
- Il diritto dell’opinione pubblica all’informazione
La base normativa in Europa: GDPR e sentenze della Corte di Giustizia
Il diritto all’oblio ha trovato piena legittimazione con la storica sentenza Google Spain del 2014 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in cui si stabiliva la responsabilità dei motori di ricerca nel rimuovere risultati contenenti dati non più rilevanti.
Oggi è regolato principalmente dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR), che all’art. 17 riconosce il “diritto alla cancellazione” dei dati personali, nelle seguenti circostanze:
- I dati non sono più necessari per le finalità per cui sono stati raccolti
- L’interessato revoca il consenso
- I dati sono trattati illecitamente
- L’interessato si oppone al trattamento e non sussiste alcun motivo legittimo prevalente
Quando si può esercitare il diritto all’oblio?
Il diritto all’oblio può essere esercitato, ad esempio, nei seguenti casi:
- Presenza online di articoli riguardanti
vecchie indagini penali o procedimenti giudiziari conclusi con archiviazione, assoluzione o prescrizione
- Pubblicazioni che ledono la reputazione professionale di una persona per fatti superati o non più rilevanti
- Contenuti indicizzati da Google che danneggiano l’immagine dell’interessato anche dopo anni
- Segnalazioni su forum, blog o social che risultano inattuali, lesivi o diffamatori
A chi rivolgersi per far valere il diritto all’oblio?
Le strade percorribili per ottenere la rimozione di contenuti lesivi sono diverse:
- Richiesta diretta al titolare del sito web o al responsabile del trattamento (es. giornale online, blogger, piattaforma)
- Richiesta di de-indicizzazione al motore di ricerca (es. Google), tramite moduli specifici
- Reclamo al Garante per la protezione dei dati personali
- Azione legale nei casi di mancato riscontro o rifiuto ingiustificato
Diritto all’oblio vs libertà di informazione: un equilibrio necessario
Non sempre la richiesta viene accolta: se il contenuto è ancora attuale, di interesse pubblico o riguarda figure pubbliche, può prevalere il diritto all’informazione. Per esempio, un articolo su un politico, un dirigente o un imprenditore di rilievo potrebbe non essere de-indicizzabile.
Il ruolo del consulente legale è cruciale proprio in questi casi, per valutare se sussistono i presupposti giuridici e agire in modo strategico.
Come possiamo aiutarti
Noi di Legal Business Protection offriamo consulenze specialistiche per:
- Valutare la legittimità della richiesta di rimozione o de-indicizzazione
- Redigere e inviare richieste formali a siti, editori o motori di ricerca
- Assistere in procedimenti davanti al Garante o in sede giudiziaria
- Proteggere la tua identità digitale e reputazione online
In conclusione
Nell’epoca in cui un contenuto può danneggiare la reputazione di una persona o di un’impresa con un semplice click, il diritto all’oblio è uno strumento fondamentale per riprendere il controllo della propria immagine.
È importante affidarsi a professionisti esperti in privacy, diritto digitale e gestione reputazionale per tutelarsi in modo efficace e tempestivo.
Contattaci per una consulenza riservata. Ti aiuteremo a valutare il tuo caso e a difendere il tuo diritto all’oblio con strumenti concreti ed efficaci.
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